L’Italia “digitale” vuole dimezzare la spesa per la tecnologia


L'articolo 29 della legge di Stabilità introduce tagli del 50% per la spesa informatica della Pubblica Amministrazione. Una mannaia sulla intenzioni di digitalizzare il paese, tagliando la carta e rendendo più veloce processi e burocrazia.
Un taglio del 50% alla spesa informatica della pubblica amministrazione, la stessa Pubblica Amministrazione che il Ministro Madia ha più volte affermato di voler digitalizzare, traghettando la lenta burocrazia nel futuro di Internet e del cloud. Eppure, leggendo l’articolo 29 della legge di Stabilità arrivata al Senato con i suoi 51 articoli, sembra che l’Italia voglia tornare indietro nel tempo.
Al punto 3 dell’articolo 29 si legge infatti che "La procedura di cui ai commi 1 e 2 ha un obiettivo di risparmio di spesa annuale, a decorrere dall'anno 2016, del 50 percento alla spesa annuale complessiva relativa al triennio 2013-2015 nel settore informatico". La pubblica amministrazione, in poche parole, dovrà tagliare le spese per l’approvvigionamento di beni e servizi in materia informatica della metà, un taglio enorme che ha già sollevato diverse polemiche. Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, esprime tutto lo sconcerto, al limite dell’incredulità, per questa norma inserita nell’articolo 29: “Non sembra possa essere lo stesso Governo che nei mesi scorsi ha promosso il piano Crescita Digitale e la Strategia per la Banda Ultralarga e ora ordina alle Pa di tagliare del 50% la spesa in tecnologie informatiche”.
“E’ una visione incomprensibile quella che sta dietro a questa norma – continua Catania -  primo perché  è in contrasto con le politiche di crescita e sviluppo dell’occupazione, di cui il digitale è il motore principale, e in aperta contraddizione con gli impegni sull’innovazione sin qui presi dal Governo. Secondo perché tagliare la spesa nelle nuove tecnologie significa tagliare proprio lo strumento principale per operare una spending review strutturale e mettere in efficienza la Pa, con tutti i benefici di cui proprio in queste ore si sta parlando, come per la trasparenza e il  contrasto all’evasione fiscale. Ricordando, infine, che siamo agli ultimi posti in Ue per spesa pubblica in informatica, non posso che augurarmi che si sia trattato di una svista di percorso destinata a non lasciare traccia nella Legge di Stabilità che verrà licenziata dal Parlamento”.
Si tratta di un errore? E’ stato aggiunto uno zero di troppo? Abbiamo cercato di raggiungere il portavoce del Ministro Marianna Madia per ottenere qualche chiarimento, ma al momento non abbiamo ricevuto risposta. Una cosa va detta: la spending review non è sempre un male, e ci sarebbe da aprire una enorme parentesi sulle spese "informatiche" della pubblica amministrazione: sicuramente si può digitalizzare l'Italia spendendo meno, ma spendendo meglio.

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