Cibersicurezza, in arrivo l’assicurazione contro i crimini informatici




Il crimine, si sa, non riposa mai, capace com’è di evolversi in tecniche, sempre nuove e sofisticate, in grado di aggirare le protezioni poste a tutela di un determinato bene o interesse. Attività di carattere quotidiano (pagamenti, accesso a conti online ecc.) sono ora gestite via internet, con la facilità di un click dal proprio cellulare o dal computer di casa.
E allora ecco che anche il mondo delle assicurazioni si aggiorna e, a copertura dei rischi informatici, ossia quelli che si verificano nel mondo virtuale, producendo però danni concreti, propone innovative polizze, per un mercato del valore di circa due miliardi di euro, che si stima in crescita nei prossimi anni.

Assicurazioni aziendali e assicurazioni domestiche

I soggetti che possono stipulare i contratti per la copertura assicurativa sono svariati, e non deve trarre in inganno il fatto che, fino ad ora, le (grandi) aziende ne siano state le principali fruitrici, né che questa opzione sia spesso ideata ad hoc e riservata a interlocutori di tipo business.
I privati cittadini sono sempre più esposti alle insidie informatiche. Complici una scarsa consapevolezza dell’importanza di tutelare la privacy, e una sottovalutazione dell’entità dei danni che possono generarsi dalla diffusione non autorizzata dei propri dati personali, l’utente medio è spesso ignaro anche delle più semplici regole di protezione degli account e dei dispositivi che utilizza. Le informazioni inserite attraverso pc, smartphone e tablet diventano così facile preda di malintenzionati, e l’unico rimedio, successivo ma utile quantomeno a ridimensionare la lesione economica, è il risarcimento accordato dall’assicurazione.
Se per le aziende, specie di grandi dimensioni, le conseguenze negative di un’intrusione ai sistemi informatici possono oscillare da perdite di fatturato (in parte causate dal venir meno della fiducia dei clienti) a giudizi legali, fino a ripercussioni sulla proprietà intellettuale, sull’immagine e sulla reputazione del marchio, per i privati i pericoli maggiori risiedono nel furto d’identità, delle password d’accesso a informazioni sensibili (come quelle riguardanti la carta di credito), e nel fraudolento impiego della SIM inserita nel proprio dispositivo, che può comportare l’addebito di spese esorbitanti per il traffico (non) sostenuto dal legittimo intestatario.

Quando l’esistenza è (virtualmente) compromessa

Ma ciò che più dà la misura dell’importanza delle vicende che interessano i dati immessi in rete è la previsione, da parte di molte compagnie assicurative, del risarcimento del danno prodottosi nella sfera non solo materiale, bensì finanche esistenziale, del soggetto leso. E questo sembra costituire il riconoscimento definitivo che il “benessere” della persona, nel terzo millennio, si estrinseca anche attraverso la sicurezza garantita alle attività (reali) condotte nel ciberspazio (virtuale).
L’incremento degli incidenti informatici è stato sostanziale in tutto il mondo, registrando quasi 43 milioni di casi nel 2014, con una variazione positiva del 48% rispetto all’anno precedente. Le stime diffuse da PricewaterhouseCoopers evidenziano anche come le perdite economiche subìte dalle aziende di grandi dimensioni ammontino, mediamente, a circa 6 milioni di dollari, in netta crescita rispetto ai 4 milioni che sono stati quantificati relativamente al 2013.

Il catalogo delle assicurazioni contro le violazioni informatiche

Il mercato assicurativo internazionale e, più recentemente, quello italiano, propongono un’ampia gamma di coperture dei cyber-rischi: la compagnia Generali, ad esempio, offre all’utente domestico una protezione a 360 gradi, che contempla i danni collegati al commercio online, all’uso dei social network e perfino al furto del proprio dispositivo mobile.
Un’alternativa, ma solo per le realtà aziendali, è la polizza nel catalogo di Allianz AGCS, la cui garanzia si estende fino a un tetto di 100 milioni di euro. Nel tentativo di anticipare le esigenze future dei suoi clienti, la stessa Allianz si è attivata per fornire un prospetto dei costi che ruotano attorno ai crimini informatici: quasi 450 miliardi di dollari all’anno, cui si accompagnano i 2 miliardi di dollari di valore commerciale dei contratti assicurativi. Tuttavia, come precisa il rapporto della compagnia, il trend è in crescita, e si prevede che queste cifre possano lievitare a 20 miliardi di dollari nel giro dei prossimi dieci anni.
Infine, si segnala Axa Mps, attenta in particolare alle fattispecie di furto d’identità digitale, per le quali appresta non solo tutele di tipo risarcitorio, ma addirittura restitutorio-ripristinatorio: la più interessante è il c.d. flooding, che “ricostruisce” la reputazione su internet dell’assicurato (ad esempio, sui social network), diffondendo a profusione, in rete, contenuti a lui favorevoli, a contrastare quelli che ne hanno scalfito il credito.
Insomma, cyberdanneggiati sí, ma con onore.

0 commenti:

Posta un commento